Archeologia diroccata

La riforma del Mibact accorpa le soprintendenze archeologiche a quelle storico artistiche e monumentali.
Questo avviene su un corpo debilitato dalla scarsità di personale e fondi mai arrivati che non avevano nemmeno assorbito le riforme precedenti. Nessuno sa chi fa cosa e sono oscure le finalità delle nuove norme. Si teorizza la tutela "olistica" ma è il trionfo della frammentazione e disarticolazione, Musei senza territorio, territori senza magazzini o laboratori e senza disporre dei materiali scavati.
La teoria olistica è solo una copertura ideologica, è una riforma caduta dall'alto senza il parere dei tecnici, senza un piano di fattibilità e di costi. È chiaro a tutti che la Soprintendenza Unica favorisce l'insediamento di architetti a scapito di archeologi e storici dell'arte (coloro che ci hanno insegnato la bellezza stratificata del nostro Patrimonio) e coincide con interessi politici "meno belle arti più varianti a piani regolatori".
Scelta politica sciagurata ma molto chiara. Come sono lontani i tempi in cui Giuseppe Bottai (unico vero Ministro della Cultura che ha avuto l'Italia) sceglieva come suoi consulenti Giulio Carlo Argan, Cesare Brandi e Roberto Longhi....